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Iscrizioni e partecipazione: dobbiamo fare meglio.
All'inizio di ogni anno si pone tipicamente il problema del rinnovo delle quote, nel senso che molti associati si dimostrano convinti, erroneamente, che a Crescere Insieme ci si iscrive una volta per tutte, e ritardano inverosimilmente il versamento.
Nel 1997 il problema, in effetti, si sta presentando particolarmente grave, perché l'associazione ha avuto una forte crescita e ha allargato il suo raggio di azione, sia in Italia sia attraverso contatti con l'estero, per cui le necessità di bilancio sono sensibilmente aumentate e la prolungata attesa dei contributi associativi da parte di una cospicua parte degli aderenti crea non pochi problemi. Al punto che, dopo avere avviato una più frequente produzione del bollettino e potenziato la segreteria per provvedere alla relativa spedizione, si è dovuto decidere di sospenderne l'invio ai soci non in regola a partire dal prossimo numero. Mi auguro, naturalmente, che questo inevitabile provvedimento colpisca un numero esiguo di nostri amici e che non si perdano per via le forze di quanti vogliono davvero un nuovo modo di separarsi, proprio ora che la battaglia sta entrando nella fase decisiva.
Un altro accorgimento che il direttivo ha adottato è quello di rendere noto il calendario degli incontri fin da ora e per tutto l'anno, in modo da risparmiare le spese di convocazione e di permettere a ciascuno di programmare meglio i propri impegni: la partecipazione potrà così essere ben più consistente. Vero? |
Dal finto Rolex alle apocrife proposte di legge.
Sappiamo tutti molto bene quanto siano diffuse oggi le contraffazioni. Dobbiamo stare molto attenti per scansare offerte a prezzi stracciati di oggetti di "Gucci", "Vitton" e simili. I pataccari abbondano e la loro sfacciataggine non ha confine. Napoli ne è indiscutibilmente la madre patria, a volte anche divertente e geniale. Come definire, infatti, se non geniale, l'idea di dipingere su una maglietta bianca una finta banda nera trasversale per simulare una cintura di sicurezza e ingannare i vigili urbani?
Ci sono, però, imitazioni che non hanno nulla di intelligente e che non ci divertono affatto, vengano o no da Napoli. Mi riferisco alla disinvolta scopiazzatura della nostra proposta di legge. Stanno proliferando, infatti, le versioni apocrife del nostro testo che altri gruppi stanno facendo giungere al Parlamento dopo averlo modificato in qualche punto, con ciò ritenendosi autorizzati a contrabbandarlo trionfalmente come "proprio".
Perché tutto questo ci dà noia? Non potremmo sorridere di questi tardivi epigoni e lasciare che ne faccia giustizia l'evidenza delle date e di una palese improvvisazione?
Non ci è possibile. In parte, innegabilmente, per l'irritazione che sempre ci coglie quando vediamo altra gente allungare le mani su qualcosa che abbiamo creato e coltivato con amore e con tanta fatica. E' un po' come vedersi portare via un figlio... La paternità è anche delle idee, come dovrebbero ricordare per primi proprio quelli che hanno questo termine sempre in bocca. In parte anche per i danni che queste falsificazioni possono provocare. Ci siamo già sentiti dire: "C'è una quantità di proposte su questa materia... vedremo cosa si può fare... certo, se non riuscite a mettervi d'accordo tra di voi....." Per non parlare del tipo di modifiche fatte al nostro testo.... Anzi, parliamone. Una associazione ha inteso privilegiare l'affido alternato - bocciato da anni da tutti gli operatori del settore e messo fuori legge in Francia - e in più assegnare la casa coniugale al conduttore - facendo ovviamente imbestialire le donne separate e perdendone il consenso. Un'altra, non a caso guidata da professionisti, ha portato a sei mesi la durata dell'intervento di mediazione, ha subordinato al consenso di entrambi i genitori il mantenimento diretto - con il che lo si avrà nei casi tranquilli, in cui è inessenziale, e non lo si avrà quando serebbe servito - e, per finire, ha tagliato le norme transitorie, che prevedevano l'applicabilità ai casi pregressi - con il che i figli minori di persone già separate potranno fruire della riforma solo quando... si separeranno a loro volta. Anche una terza edizione della nostra proposta contiene questi ultimi due emendamenti e questa volta a sostenerli non è un gruppo di psicologi e di avvocati, ma una associazione di genitori separati. Comunque, da essi vengono anche altri due suggerimenti: limitare a 200 km la distanza tra le abitazioni e solo per giusticati motivi (ma, se i motivi sono giustificati perché mettere un limite?) e prevedere comunque una possibilità di contatto per il genitore non convivente: Internet.
Ultima, ovvia, considerazione: sarebbe bene che il Parlamento avesse degli interlocutori fissi, dei referenti preparati e sicuri, in grado di replicare a tutte le obiezioni che prevedibilmente verranno mosse e di dare tutte le spiegazioni che verranno richieste. Non basta, ricordiamoci, portare la legge in discussione: dobbiamo anche saperla difendere.
Allora, che fare? Non metteremo certo l'avvocato, non è nel nostro stile. Ma terremo gli occhi aperti; non forniremo più informazioni a certi soggetti, non renderemo noti i nostri canali, né le nostre linee di azione. E, soprattutto, non mancheremo di mettere bene in evidenza presso i mezzi di informazione come stanno realmente le cose. |
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Secondo un emendamento olandese al trattato di Maastricht.L'Europa non vuole i bambini.
Su invito del BICE (Bureau International Catholique de l'Enfance) abbiamo aderito a un appello rivolto ai ministri italiani degli Esteri e per la Solidarietà sociale affinché sia ripristinato il testo originario del trattato di Maastricht, che contiene delle aperture nei confronti dei bambini, verso un loro pieno riconoscimento quali cittadini dell'Europa. Riportiamo di seguito il testo integrale del messaggio di protesta.
12 marzo 1997 Oggetto: Articolo 6a del progetto del Trattato dell'Unione Europea
La nuova formulazione dell'art. 6a - come proposto dalla Presidenza olandese del corrente semestre - elimina il riferimento alla "non discriminazione in rapporto all'età", il che esclude i bambini dalle disopsizioni del Trattato di Maastricht. Né può dirsi che l'esclusione delle politiche dell'infanzia spetta in primo luogo agli Stati Membri, ma è un obiettivo passo indietro rispetto ai risultati del Summiti di Dublino, il fatto che l'iniziativa olandese tenda ad escludere ogni riferimento ai bambini, revocando l'ascolto delle attese delle organizzazioni che tutelano l'infanzia in sintonia con le preoccupazioni dell'opinione pubblica europea colpita dai ripetuti clamorosi casi di violenze sui bambini.
Poichè nel progetto vi è una indicazione di gruppi "non discriminati", il fatto che tra essi possa non esserci più riferimento alla "discriminazione con riferimento all'età", può soltanto indurre alla sottovalutazione dei diritti dei minori, contro la discriminazione dei quali esiste il solenne riconoscimento della Convenzione dell'ONU del 1989, ratificata dall'Italia nel 1991, e di altre Carte internazionali.
Le organizzazioni sottoscritte, convinte che il riferimento alla "non discriminazione in ragione dell'età" costituisca un obiettivo di risultato di maggiore e più alta maturità giuridica, che si inserisce nella tradizione più feconda della civiltà europea, solecitano il Governo Italiano a chiedere il mantenimento della clausola di cui sopra, come fissata al Summit di Dublino. |
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